Paiono flash-back queste sette tavole di Milena Barberis ispirate ad altrettante poesie di Ermanno Krumm. Marettimo, In stazione, Procedono a rilento i lavori, Possa la voce della mente arrestarsi, Occorre una mente impermeabile, Petroliera, I gerani del supermarket. La protagonista de I gerani del supermarket ha gli occhi aperti. E quello che le passa davanti alle pupille è una sorta di ricordo di cui lei è pienamente cosciente. Invece l’altra di Occorre una mente impermeabile ha gli occhi socchiusi e sogna. Che cosa? Ci vengono in aiuto i versi di Ermanno: “Architettare prodigi”.
Quali prodigi? “Galleggiare come le rose del Bengala / sulla tovaglia”. Ecco le rose rosse che s’intersecano coi capelli della donna, mentre i pesci, usciti dalla “boccia di vetro” si riflettono sul fondo azzurro.
Nella “trasposizione” dei versi in immagini Milena Barberis ne accentua il lato narrativo. Stessa operazione con le altre liriche. Con Petroliera per esempio: “Le manca poco, pronta com’è / a diventare la mole nascosta / dietro la curva del mare”.
Non è certo facile dare corpo ad immagini poetiche, eppure Milena Barberis ci riesce in maniera egregia. Traduzione? Ricreazione, piuttosto. Diversamente, come si fa a tradurre “l’appiglio per la mente che si ritira, schiacciata da una parte, allungata dall’altra”? O, ancora “ il movimento sino al faro, all’isola controluce che nessun pensiero sfiora”?
E Marettimo? E’ rappresentato da mezzo volto di una giovane e, fuori campo, da una “fascia marina, ma in una terra deserta e perfetta”. In mezzo, ma su entrambe le immagini separate, si allunga una lucertola, alla ricerca del cibo. Ma per l’animale “non c’è nulla in quest’isola carica d’erbe tempestate di muniscoli fiori”.
Lontano, s’intuisce, più che sentirsi, lo scrosciare di “onde e onde nello stesso punto”. Anche il mare fa sentire la sua voce, il suo canto d’amore.
These seven panels by Milena Barberis seem like a flash-back, inspired by Ermanno Krumm's poems Marettimo, In stazione, Procedono a rilento i lavori, Possa la voce della mente arrestarsi, Occorre una mente impermeabile, Petroliera, I gerani del supermarket (Marettimo, At the station, Works proceed slowly, May the mind’s voice stop, In need of an impermeable mind, Tanker, Supermarket geraniums). The figure in “Supermarket geraniums” has her eyes open. And what passes in front of her pupils is a kind of memory, one that she is fully aware of. The figure in “In need of an impermeable mind”, however, has her eyes half-closed and is dreaming. What is she dreaming about? Ermanno's verses help us: “Architecturing Wonders”.
What wonders? “Floating like Bengal roses / on the tablecloth”. Here are the red roses entwined in the woman's hair, while fishes, coming out the “glass bowl”, are reflected on the blue background.
In her “transposition” of these verses into images, Milena Barberis emphasizes the narrative aspects. She does the same with the other poems. In “Tanker”, for example: "She is almost, ready as she is,/ about to become the quay hidden / behind the curve of the sea".
It is not easy to give body to poetic images, yet Milena Barberis manages to do so brilliantly. A matter of translation? I’d rather say re-creation. Otherwise, how would you translate “the foothold for the mind that withdraws, crushed on one side, stretched on the other”? Or, again, “the movement up to the lighthouse, the backlit island that no thought touches”?
And what about “Marettimo”? It is represented by the face of a young woman and, off-field, by a “stretch of sea, yet in a deserted and perfect land”. In the middle, yet on both separate images, stretches a lizard in search of food. Yet, for the animal, “there is nothing in this island full of grass studded with tiny flowers”.
Far away, you sense, rather than feel, the roaring “waves and waves in the same spot”. Even the sea makes its voice, its love song heard.
Ho una netta predilezione, tra queste nuove immagini di Milena Barberis, per quei tramonti accesissimi e quei rossi che si impongono come un destino energico e comunque ansioso, ambiguo, su certe meccaniche strutture a loro volta sfumanti in una sorta di indeterminatezza cieca e onirica. Sfumanti, sì, eppure anche per certi aspetti ben decise, nette nella loro geometrica orizzontalità, o nelle loro varie linee, che in certi casi attraversano con violenza il campo, forse come a volerlo cancellare. Speciale, in questo caso, quella specie di spessa diagonale, a sua volta rossa, quasi un ferro arroventato, che taglia il freddo panorama su cui si manifestano, quasi a comporre uno strano simbolo sinistro, quei vari strati di griglie in un silenzio metafisico.
Linee e cancelli come orizzonti chiusi e barriere che lasciano ampi spiragli. Chissà, forse in attesa, finalmente, del ristoro sospeso di un’ora di luce.
Among these new images by Milena Barberis, I have a clear preference for those particularly bright sunsets and those reds that predominate, like an energetic, and yet anxious, ambiguous destiny on certain mechanical structures, that in turn fade into a kind of blind and dreamlike indeterminacy. Certainly fading, and yet, in certain aspects, they are well-defined, sharp, in their geometric horizontality, or in their various lines, in some cases violently crossing the ground, as if wanting to erase it. Of particular note here, that thick red diagonal, like a red-hot poker, cutting the cold panorama in which variously layered grids appear in a metaphysical silence, almost as if forming a strange sinister symbol.
Lines and gates like closed horizons and barriers leaving wide chinks. Who knows, maybe waiting, at last, for a moment’s relief, an hour of light.
Usa il digitale en peintre e intende la pittura en poète” ha scritto di Milena Barberis Flaminio Gualdoni. Si, e più che mai da quando Ermanno Krumm traslocò improvvisamente dal nostro piano terreno ad altri molto più alti e celesti piani. Tracce dei suoi versi sono visibili nelle nuove opere di Milena, vi sono entrate come per un avvenuto passaggio di staffetta, o come per amorosa migrazione.
E la candida drammatica giovinetta che avevamo conosciuto in “ Io Oliva Gessi” (“fasciata fasciata nell’infanzia insanguinata” ), tra le figure più potenti create dall’artista, felicemente centuplicate dall’ossessione, la ritroviamo ora in “Marettimo”, “I gerani del supermarket”, le rose del Bengala più blindata che mai, dentro le sue bende questa volta infuocate.
Ma potente anche la lucertola che dal primo piano di “Marettimo” ci guarda, come uscita dall’omonima poesia di Krumm (“davvero per le lucertole non c’è nulla / in quest’isola carica d’erbe…”
Flaminio Gualdoni writes about Milena Barberis: “She uses digital technology en peintre and sees painting as en poète”. Indeed, and especially so since Ermanno Krumm suddenly left us to explore more lofty and celestial planes. Traces of his verses are visible in Milena’s new works: they have been included much like passing the baton or as a form of affectionate migration.
The dramatic, pure young woman we knew in “Io Oliva Gessi” (“bound in her blood-stained childhood“) – one of the most powerful figures created by this artist and happily increased a hundredfold thanks to her obsession – we now find in “Marettimo”, “ I gerani del supermarket” (Supermarket Geraniums), where Bengal roses are further entwined and flaming red.
The lizard in “Marettimo” is also powerful, standing in the foreground as if emerging from Krumm’s homonymous poem (“davvero per le lucertole non c’è nulla / in quest’isola carica d’erbe…”- “there is really nothing for lizards / on this island full of grasses...”)
Tempo di stratificazioni: il sovrapporsi di strade, volti, case, acque, cieli, di realtà e di sogni, l’abbracciare e l’essere abbracciati a comporre nuovi insiemi! Nelle opere di Milena Barberis sostrati sereni vengono feriti e inclusi in più drammatici contesti o, viceversa, presenze inquietanti vengono arginate da più calme pellicole. E lì noi umani - figure provviste di qualche senno che sudano in spazi stabiliti - riconosciamo i nostri retroterra e il nostro protenderci. Nascono dunque, dal lavorìo originale di questa artista, piccoli universi da percorrere anche diacronicamente, forniti di un prima e di un poi: distorsioni, addizioni, compressioni originano una sorta di teatro a più quinte, per interpretare il quale esistono vari bàndoli, ma ovviamente il senso starà nel percorso stesso di lettura, non in univoci approdi. Chi esplora i quadri di Milena si accorge insomma -con emozione-che esiste sempre un aldilà delle superfici, un altro imprevedibile sopra, sotto o dentro, perché il mondo è denso anche quando – nell’immediato - ci appare piatto, uniforme e senza storia.
Ecco perché bene si accorda con questa pittura – a creare un unico ricco e mobile arazzo- la poesia di Ermanno Krumm, cosi capace di cogliere le intersezioni della natura, dove presenze minerali, vegetali, animali e i nostri sentimenti fanno corpo, un corpo enigmaticamente equilibrato.
I versi di Ermanno ci dicono infatti di un tutto – articolato e vivo – che avanza nel tempo: il vento e le città, le onde del mare e le persone amate, gabbiani, pesci e stanze, l’erba e le nostre mani procedono congiunti verso un destino ignoto, ma grandioso.
Layering: The overlapping of roads, faces, houses, stretches of waters, skies, realities and dreams; the act of embracing and being embraced, to compose new combinations! In the works of Milena Barberis, serene substrata are disrupted and included in more dramatic contexts or, vice-versa, disturbing presences are dampened by calmer layers. And here, we, humans – having the ability to imagine, we are irked by fixed spaces - can read into these our own backgrounds and ambitions. This original, intensely active artist gives rise to small universes for us to explore, also diachronically, thanks to a ‘before’ and an ‘after’: distortions, additions, compressions create theatrical works, formed by a series of scenes. Several strands help with their interpretation, but, of course, the meaning will be found in the process of trying to read each work, not in any unequivocal final interpretation. In other words, when exploring Milena’s paintings you appreciate – with some emotion – that there is always something below the surface, another unpredictable layer on top, under or inside, because the world is full of different layers, even if - to the eye – it appears to be flat, uniform and in the here and now.
That is why Ermanno Krumm’s poetry so suits her painting style – a unique, rich and ever-moving tapestry. His poetry is able to capture the intersections of nature, where minerals, plants, animals and our feelings come together, to form an enigmatically balanced one.
Ermanno's verses speak of an articulated, live whole that advances in time: the wind and cities, sea waves and our beloved, seagulls, fishes and rooms, grass and our hands, all joined in moving together towards the great, yet glorious unknown .
Con quel grigio desolato che entra nel cielo e negli occhi, quel deserto che sentiamo fratello del nostro, quella solitudine dei tetti e della luce
With that desolate grey that spreads across the sky and the eyes, we get a sense of desolation so similar to our own, the solitude of roof-tops and light.