È un omaggio alla città che amo e che in questo periodo di pandemia si trova nella nostra stessa situazione. Una città dinamica che si è fermata e ha acceso le luci nelle case anche di giorno.
Unica, leggendaria e contraddittoria, luogo del sogno possibile, anche quando il sogno scivola nel crollo, calamita per tutte le avanguardie, troppo contemporanea anche per i contemporanei....è, mi pare, con questo "sentire" che Milena Barberis, attraverso questa potente installazione, muove il suo sguardo nitido, disincantato, tra la meraviglia e memoria, creando la propria scenografia, il proprio angolo di significazione.
“Visual artist”, proprio a New York ha affinato una poetica complessa ove la sua cultura pittorica intreccia un linguaggio visivo composito, sul crinale tra arte visiva e performance.
Dalle inconfondibili facciate di edifici irrompono squarci di vite, edicole luminose, giorni come stanze: l’artista dipinge con luce vivida lo straordinario del quotidiano, entro e oltre una scenografia che si dilata prospetticamente dal proprio interno, solitario, verso il fuori e viceversa, mentre il frastuono della metropolitana, il furore del mare avvolgono quel “fantastico reale “ di una metropoli ammaliante, quanto la vita stessa può essere. Guardare è vivere, nel fluire ininterrotto, in sottofondo, di voci e suoni, perché c’è’ sempre musica nell’aria di New York.
It is a tribute to the city that I love and that in this pandemic period is in our same situation. A dynamic city that has stopped and has turned on the lights in the houses even during the day.
Unique, legendary and paradoxical: a dream place, attainable even as the dream slips into the collapse; alluring to all the avant-gardes, too contemporary even for the contemporaries. It seems that with this feeling Milena Barberis, with her powerful installation, moves her flawless gaze, disenchanted, through marvels and memories, to create her own scenery, her own corner of meaning.
“Visual artist” exhibited in New York succeeds in honing a complex poetics where her painting culture weaves a composite visual language on the divide between visual art and performance art. Scenes of life leap out of unmistakable facades of buildings, luminous aediculas, days like rooms: the artist paints with bright light the extraordinary nature of the quotidian, within and beyond a scenography that expands prospectively from its own interior, solitary, moving outward and inward, while the roar of the metro and the fury of the ocean envelop that “imaginary realism” of an enthralling metropolis, just like real life sometimes is. Looking is living, in the uninterrupted flow, in the background of voices and sounds because there is always music in the air of New York.
Cristina Rossi
VIDEO "in front of the city"