Attraverso il medium della pittura digitale su tela condotta con tecnica pulita e calibrata che rifugge il barocchismo, le opere di Barberis ripropongono l’eterno quesito del “ Chi siamo? “ senza trovarne una accettabile risposta. Anzi, destino dell’Uomo è annullare il ri-conoscimento di sé, mimetizzarsi nelle forme che egli stesso ha contribuito a creare attraverso la parola e le opere (la Civiltà), in una sorta di contrappasso a cui dovremo sottostare. Perché questo mimetismo con il mondo fenomenico avrà, infine, su noi il sopravvento. L’illustrazione dei procedimenti di dis-umanizzazione avviene in modo quieto e esteticamente accattivante attraverso la mediazione dell’arte, che supera le difficoltà della spiegazione razionale. Nella serie dei sei Ritratti ( 2010 ) il volto si scompone e si rende irriconoscibile per un procedimento innaturale, mantenendo tuttavia le forme della tradizione pittorica figurativa classica quasi specchio per le allodole. E così appare anche la singolare trasformazione in architettura post-pombalinica nel Polittico del Corpo (2011) nella sequenza a due fasi secondo cui i nudi, già obbligati a ritagliarsi un posto all’interno della nuova facies che li distinguerà, si sottraggono al riconoscimento perdendo progressivamente quelle caratteristiche che indicano la presenza del soffio vitale ( lo sguardo e la mobilità dell’occhio). E, ancora, nel secondo Polittico del corpo (2011), lo stadio definitivo non è il nascondersi, ma l’esserci e diventare definitivamente elemento decorativo, parte del mondo di immagini di cui siamo i responsabili. Traccia di questa colpa primigenia che ci porterà all’autodistruzione resta in Lampada accesa (2011), un memento mori che rifulge di citazioni colte, ma non lascia speranze. Di noi resteranno le nostre sontuose orme di cultura, quella stessa che ci avrà portato alla rovina.
Da “La regola della mano destra” mostra al Museo delle Eccellenze MAGI, Pieve di Cento, Bologna 2012
Through the medium of digital painting on canvas made with a clean and calibrated technique that shuns the baroque, Barberis' works reintroduce the eternal question "Who are we? ", without finding an acceptable answer. On the contrary, Man's destiny is to cancel the recognition of self, camouflaging in the forms that he himself helped to create through words and deeds (Civilization), in a kind of retaliation to which we must submit. Because this mimicry with the phenomenal world will finally prevail over us. The illustration of the process of de-humanization takes place in a quiet and aesthetically appealing way through the mediation of art, which overcomes the difficulties of rational explanation. In the series of the six portraits, Ritratti (2010), the face falls apart and makes itself unrecognizable to an unnatural process, while maintaining the forms of classical figurative pictorial tradition, almost as an illusion (mirror for larks??). And in the same way the singular transformation in the post-pombaline architecture shows itself in the Polyptych of the Body, Polittico del Corpo (2011) in the two-stage sequence, according to which the nudes, already forced to carve out a place in the new facies that will distinguish them, escape recognition, progressively losing those features which indicate the presence of the vital breath (the eye look and mobility). And, again, in the second Polyptych of the Body, Polittico del corpo (2011), the final stage is not to hide, but be there permanently and become a decorative element, part of the world of images for which we are responsible. Trace of this primal sin that will lead to self-destruction remains in Lampada accesa (2011), a memento mori that radiates cultured quotes , but does not give much hope. Our sumptuous footsteps of culture are our vestiges, the same culture that will have brought us to ruin.
From the exhibition "La regola della mano destra” (“The right-hand rule") at the Museo delle Eccellenze MAGI, Pieve di Cento, Bologna 2012
L’incanto del femminile:
una mistica visione capace
di farsi testimonianza di
incontaminata purezza, per
quanto ambigua – che ci
attrae mantenendosi sempre
a debita distanza. D’altro
canto, la potenza della
seduzione rischia sempre di
rovesciarsi e risolversi nella
neutralita` di una fredda e
ingiudicabile contemplazione.
Dove tutto diventa ancora una
Volta possibile
The enchantment of the feminine:
a mystical vision capable
of being evidence of
pristine purity, even
if ambiguous - it
attracts us, always keeping
us at a safe distance. On the other
hand, the power of
seduction is always in danger of
being reversed and turning into
neutrality of a cold and
unjudjeable contemplation.
Where everything turns
yet again possible