...........L’installazione che si propone vuol dare un’interpretazione metaforica del concetto d’identità applicata alla persona umana, recuperando la valenza primaria dello sguardo e del suo potere discriminatorio. La stanza chiusa diventa la sede in cui la memoria può concentrarsi, escludendo la pletora disturbante delle immagini che provengono dall’esterno per immergerci soltanto nel flusso dei volti. Saremo così circondati da centinaia di “tessere d’identità” mutate sottilmente da un unico ceppo. Ogni volto presenta infatti minime differenze dal contiguo. La pittrice digitale che li ha creati ha fatto sì che non ce ne fossero due eguali, esattamente come in natura. Ad ognuno si lega quindi una identità ma soltanto l’esercizio dello sguardo riuscirà a differenziarla dalle altre. ...........Sulla parete di fondo della stanza poggia un Divano elaborato da Kikoko secondo la teoria del “Risveglio delle mummie”, che rappresenta i valori di radice, coabitazione, pace, casa, ma anche di personalità, dialogo, speranza. Parimenti, il pavimento, attraversato da un Tappeto Rosso praticabile che conduce al Divano, è coperto e costituito da “Pagine d’identità” con inserimenti di scrittura leggibili o meno, a suggerire il concetto perseguìto di sovrapposizione di IDENTITÀ e IDENTIFICAZIONE. Infatti ogni pezzo rappresenta in forma astratta la pagina di un archivio storico o archeologico, certificato di identificazione e certificazione di identità. ........L’installazione, integrando due diverse espressioni - mediate dalla lontananza delle culture - della stessa ricerca, ne documenta la congruità. Testimonia quindi l’univocità dello sforzo dell’uomo di riconoscere se stesso diffusa ad ogni latitudine e il pericolo di perdita e di sostituzione d’identità, con conseguenti disgregazione sociale, violenza psicologica e conflittualità diffusa, portato dalla società di massa. Alberto Crespi |
…........The suggested installation will give a metaphorical interpretationof the concept of identity as applied to the human being. It reconstructs the primary significance of the gaze and its power to discriminate. The closed room is where the memory can focus, allowed to exclude the disturbing plethora of outside images. In the room it's possible to dive into the flow of faces. We will be surrounded by hundreds of "identity cards", finely altered from a single stock. Each face has in fact, minimal differences. The digital artist has created them in such a way that no two are alike, just like in nature. However, it is only by exercising the gaze that it's possible to differentiate each one. …........On the back wall of the room stands a sofa drawn up by Kikoko, according to the theory of the "Awakening of the mummies," which represents not only the values ??of root, coexistence, peace, home, but also personality, dialogue, hope. Likewise, the floor, crossed by an accessible Red Carpet which leads to the sofa, is covered and made up of "Pages of identity" with insertions of writings, readable or not, to suggest the concept pursued of overlapping of IDENTITIES and IDENTIFICATION. in fact, every piece represents in an abstract form the page of an historical or archaeological archive, certificate of identification and certification of identity. ….....The installation, by integrating two different expressions - mediated remoteness of cultures – of the same research, documents the congruity. It therefore testifies the univocity of human effort in recognizing himself at all latitudes and the risk of loss and replacement of identity, resulting in social disintegration, psychological violence and widespread conflict, brought by mass society. Alberto Crespi |
.....Le pareti di questa stanza dell'inconscio collettivo sono composte da ritratti digitali della Barberis: tanti volti della stessa donna, colti in attimi caratterizzati da una infinitesimale differenza. Nulla e` uguale a se stesso, tutto e` un divenire di minimali ma epocali cambiamenti, sembra suggerirci il lavoro. Il concetto di una identita oscillante si intreccia e si lega al potere discriminatorio che puo` avere l'occhio umano nella sua istintiva osservazione. La pittura digitale si fa espressione enigmatica, forte, calamitante. E` una mistica dimensione quella ricreata, nonostante il ripetersi quasi ossessivo degli sguardi. Sono occhi presenti quelli della donna, ma non invadenti. Piuttosto si materializzano come una finestra sul mondo, un aprirsi continuo, non interrotto, sulla vita.....
Annalisa Venditti in " Milena Barberis e Kikoko. Installazione al Pigorini", Italia Sera, Specchio romano, Roma |
….The walls of this room of the collective unconscious are made up of the Barberis' digital portraits: many faces of the same woman, caught in moments characterized by an infinitesimal difference. Nothing is equal to itself, everything is becoming of a minimal but epochal changes, it seems to suggest the work. The concept of an oscillating identity intertwines and binds to the discriminatory power that human eye can have in its instinctive observation. The digital painting becomes an enigmatic, strong, magnetizing expression. The one recreated is a mystical dimension, despite the almost obsessive repetition of looks. These woman's eyes are watchful, but not interfering. They'd rather materialize as a window on the world, a continuous opening up on life, not interrupted...
Annalisa Venditti in " Milena Barberis e Kikoko. Installazione al Pigorini", Italia Sera, Specchio romano, Roma |