...Si tratta di un’azione che ha le sue radici in un fatto di tragica cronaca. Siamo nell’ottobre del 2013. Un’imbarcazione libica, utilizzata per il trasporto dei migranti, naufraga a poche miglia dal porto di Lampedusa. I morti sono quasi quattrocento: una delle più gravi catastrofi del Mediterraneo. Migranti, profughi, che cercavano di scappare e non ci sono riusciti...........Di fronte ai fatti del 2013 l’artista ha deciso di iniziare a porre la sua attenzione su questi problemi: ha recuperato un’immagine della povera barca incidentata, ne ha creato un’opera fotografica e l’ha posta in grembo a una delle sue madonne.
...La Madonna del mare è il testimone, che passa di mano in mano: il tentativo è quello di sensibilizzare chi guarda nei confronti del problema. Le migrazioni da una parte all’altra del mondo sono inevitabili, afferma l’artista, costituiscono un importante veicolo di scambio culturale, sociale, umano...
Angela Madesani
It’s October 2013. A Libyan boat, used to transport migrants, wrecked a few miles away from the Lampedusa harbor. Almost 400 people died: one of the worst catastrophes in the Mediterranean. Migrants, refugees were trying to escape, and they did not make it ........... Facing these facts from 2013, the artist has decided to start focusing on these issues: She recovered an image of the crashed boat, creating a photographic workpiece, placing it on the lap of one of her Madonnas.
...The Madonna of the Sea is the witness who passes from hand to hand: the attempt is to sensitize the viewer to the problem. Migrations from one part of the world to the other are inevitable, the artist says, they are an important means of cultural, social and human exchange...
Angela Madesani
Cara Milena,
quanti anni sono passati da quando Ermanno Krumm, uscendo da una galleria di foro Bonaparte mi diceva: "C'e` un'artista che devi conoscere. Si chiama Milena Barberis" Quella galleria non esiste piu`, Ermanno e` andato altrove e la tentazione di cedere alla malinconia assale ogni momento. Ma Shaw diceva che la felicita`consiste nel fare qualcosa, in modo da dimenticare quanto siamo infelici. E tu, cara Milena, di lavoro in questi anni ne hai fatto molto, modificando e maturando il tuo linguaggio. Quello che mi e` sempre piaciuto nelle tue ricerche e` l'attenzione alla tecnica espressiva, l'ostinata pazienza con cui ti sei impadronita della scienza informatica, andando a cercare insegnamenti in Europa e in America, e portando quelle tecniche a esprimere, tra le infinite metamorfosi delle immagini, quello che ti stava a cuore. Che poi e` quello che sta a cuore a molti: la vita umana nelle sue forme piu` fragili e, quindi piu` belle; la sacralita` di un volto di donna, di un'icona del ventesimo secolo. E altro ancora. Mi e` sempre piaciuto, poi, quel sapore di passato che si rintraccia nelle tue composizioni. Le reminiscenze (ma sarebbe meglio parlare di ricordi, una parola che etimologicamente ha a che fare con "cuore") riaffiorano in una ragazza seduta davanti a un panno, che evoca i troni del Crivelli, o in certe fissita` un po' incantate da realismo magico del nostro Novecento. Del resto era ancora Shaw a dire che il passato e` sempre nuovo e che l'unica cosa vecchia e` il giornale di questa mattina. Nei tuoi lavori il tempo si confonde, sbaglia strada e torna indietro. Anche le immagini si intersecano, inciampano in altre immagini, sbagliano indirizzo. E sono proprio questi errori - i loro, i nostri - che ci interessano di piu`.
Elena Pontiggia
Dear Milena,
how many years is it now since Ermanno Krumm told me "You should meet an artist. Her name is Milena Barberis" as we were coming out of a Foro Bonaparte gallery? That gallery no longer exists, Ermanno has gone elsewhere and there is a constant temptation to give in to melancholic thought. However, as Shaw once said, the only way to avoid being miserable is not to have enough leisure to wonder whether you are happy or not... and you, dear Milena, have been working a lot in recent years, modifying and maturing your language.
What I have always liked in your researches is your ability to focus on the expressive technique, the persistent patience with which you have mastered computer science, learning lessons from around Europe and in America and bringing home those techniques to express what is closest to your heart through infinite image metamorphosis. Indeed, what many people care about: human life in its most fragile – and, therefore, more beautiful – forms; the sacredness of a woman's face, of an icon of the twentieth century. And more besides.
I've always liked that sense of the past to be found in your compositions. Reminiscences (perhaps it would be better to talk of echoes) arising from a girl seated in front of a cloth evocative of a throne by Crivelli, or images of enchanted fixity, of magic realism from the early 1900s.
After all, Shaw said that the past is always new and that the only old thing is the morning’s newspaper. In your works, time becomes confused, gets lost and turns back. Even images intersect, stumble into other images, get misdirected. And it is on precisely these mistakes – theirs, ours – that interest us most
Elena Pontiggia