Scendo le scale e sono in un altro mondo. L’ex bunker è un’armeria poetica minimalista, accogliente, quasi domestica. Dal traffico milanese all’universo cyborg degli umanoidi di Barberis il passo è breve. Replicanti donna, dal volto angelico, gli occhi grandi, la pelle rosea, senza anima, attendono. Un fremito mi scuote e ricordo che la fantascienza è già qui, è nei laboratori di biotecnologia, nelle stazioni spaziali, nei bar giapponesi e su Marte. Nel video che passa in loop scorrono catastrofi di una natura furiosa, parole, segni di allarme e pacificazione. Ciminiere di cemento, tracce di guerra e di sacro, apparizioni sciamaniche e vite meccaniche, sono anche nei quadri parete e si dipanano davanti al nostro imperturbabile terzo occhio.
I go down the stairs and I'm in another world. The former bunker is a minimalist, welcoming, almost domestic poetic armory. It is a short step from the Milanese traffic to the cyborg universe of Barberis' humanoids. Female replicants, with angelic faces, large eyes and pink skin, await, soullessly. A thrill runs through me and I remember that science fiction is already here: in biotech labs, space stations, Japanese bars and on Mars. A video runs in a loop, showing catastrophes caused by an enraged Nature, words, and signs of alarm and pacification. Cement chimneys, echoes of war and religion, shamanic apparitions and mechanical lives can also be seen in the wall paintings and unfold in front of our imperturbable third eye.
Manuela Gandini
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