L’
ex bunker della seconda guerra mondiale, rifugio per gli abitanti del
palazzo in via Bardelli, 10, Milano, ed ora studio dell’artista, prende
il nome di “Al Magico Saltello”. Il nome nasce da una poesia che Ermanno
Krumm dedicò a Milena Barberis, sua compagna e descrive le emozioni del
loro incontro.
“Respiro”di Ermanno Krumm, Collezione Lo Specchio, Arnoldo Mondadori Editore, 2005.
Il tuo magico saltello!
Manuela Gandini
Rarefatta come l’aria di montagna, l’arte sorvola le macerie fumanti e le paludi marcescenti di ogni presente. E profuma. Ma a volte salgono i miasmi e tutto si mescola in un caleidoscopio liquido che rovescia i sogni, cancella i confini e accende passioni. Una collettività polisemica e festante - nonostante le angosce e la violenza sistemica in corso - è ospitata in un ex-bunker che è oggi lo studio di Milena Barberis. In una dimensione minimale, come minimali sono le opere, il nuovo spazio è sede di produzione culturale, di pensiero critico e di futuro. E’ un abbraccio visivo a più voci. Opere piccole, compatte, corrosive, misteriose e oniriche, fronteggiano la realtà “modificata” dai ripetitori mediatici. Tutta la precarietà dell’artista - eroe e rivoluzionario di un’epoca senza rivoluzioni - è concentrata in un unico luogo. La loro (degli artisti) è una rivoluzione permanente, quotidiana, che si compie tra sé e sé, tra sé e l’opera, tra l’opera e il mondo. E se gli eroi sono poeti, musicisti, performer, sognatori, li vedrete compiere “magici saltelli”. Il titolo della collettiva, che evoca leggerezza e evanescenza, è tratto da una poesia che Ermanno Krumm scrisse per Milena. Le parole di allora sono strettamente contemporanee perché (ormai tutti lo abbiamo capito) l’arte è tutta contemporanea. Intanto la mostra guarda già oltre il futuro, sparge rugiada sulla terra arida, apre gli occhi ai rassegnati, ai morti, ai poveri di spirito e ai maratoneti. Ognuno, in questa comunità, mette un tassello di immaginata libertà con opere che oscillano tra astrazione, denuncia, geopolitica, femminismo, trans-umanesimo, fotografia, dramma, silenzio... Nell’era neoliberista dell’addomesticamento sociale si apre un laboratorio, indipendente come un’isola, dove sperimentare amicizia (anziché competizione), incontro (anziché giudizio), amore (anziché indifferenza), poesia (anziché prosa). Ancora una volta è la prova che gli spiritelli dell’arte sono sempre attivi e presenti nei saltelli degli artisti.
The former Second World War bunker, a refuge for the inhabitants of the building in via Bardelli, 10, Milan, and now the artist's studio, takes the name of "Al Magico Saltello". The name comes from a poem that Ermanno Krumm dedicated to Milena Barberis, his partner and describes the emotions of their meeting.
“Breath” by Ermanno Krumm, Lo Specchio Collection, Arnoldo Mondadori Editore, 2005.
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